Putin è un aggressore e va fermato immediatamente. Questa premessa è necessaria per farmi leggere, spero, da cima a fondo. In caso contrario ha una funzione sanitaria.
Leggendo questo brano dovete piazzare la frase iniziale prima di ogni periodo o capoverso, così che sia chiaro come la penso su Putin. Se dopo aver letto l’articolo ancora pensate che io abbia una qualche ammirazione per Putin o voglia in qualche modo giustificare quello che ha fatto, chiamate il 118 e fatevi ricoverare.
Dal problema sanitario, veniamo al tema.
Si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra.
Il senso comune della frase è che la pace può essere garantita solo dalle armi, e perciò, siccome tutti preferiscono la pace, essere armati è l’unico modo di evitare la guerra.
Da quando Vegezio è venuto fuori con questo motto sono morte infilzate, squartare, maciullate, trafitte, dissanguate, dilaniate, sparate, esplose, liquefatte, gasate, disintegrate centinaia di milioni di persone armate che volevano la pace. Alla prova dei fatti, insomma, Vegezio avrebbe detto una stronzata.
Possibile che Vegezio fosse così cretino? Non è che abbiamo capito male noi?
A ben vedere, la frase di Vegezio potrebbe significare tutt’altro rispetto a ciò che il senso comune ha tramandato fino ai giorni nostri. Secondo molti esegeti, un’interpretazione più accurata è quella per cui solo un combattente armato (e che quindi conosce gli orrori della guerra) è in grado di comprendere il valore della pace.
Generale Bertolini
Se guardiamo ai giorni nostri, sembra proprio che questa interpretazione sia abbastanza corretta. Mai come dall’inizio della guerra in Ucraina, infatti, abbiamo sentito invocare la pace da generali ed esperti militari. Solo per fare un esempio, il Generale Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Brigata Folgore e di una marea di altri corpi militari, ha sostenuto che l’invio di armi in Ucraina è un grave errore che riduce le possibilità di dialogo, che è sbagliato criminalizzare Putin perché si rischia di emarginarlo diplomaticamente compromettendo definitivamente le possibilità di pace, che un accordo è possibile a patto di evitare intrusioni di paesi stranieri nella contesa fra Russia e Ucraina. Insomma, un pacifista in piena regola. Come mai è proprio un generale (ma non è l’unico) ad assumere posizioni non interventiste? Ma è ovvio: solo chi conosce la guerra tenta di evitarla a tutti i costi.
Purtroppo (o per fortuna: non lo so più) la maggior parte di coloro che si stracciano le vesti per aiutare militarmente la resistenza ucraina la guerra l’hanno vista solo nei videogiochi, tanto che non riescono a distinguere la finzione dalla realtà neanche se l’inganno gli viene sbattuto in faccia. Ha fatto scalpore la notizia che nei primi giorni di guerra il TG2 abbia mandato in onda le immagini di un videogioco: nessuno si è accorto del trucco tranne gli appassionati di videogame.
Nemico all’esterno
Un’altra interpretazione, ancora più raffinata, del brocardo di Vegezio (che a dirla tutta poteva anche farsi gli affari suoi) è la seguente: un espediente efficace per governare le masse è di avere sempre e costantemente un “nemico all’esterno”. L’incombenza della minaccia presunta genera l’idea che ci sarà bisogno di armi per difendersi. Un nemico esterno, però, di fatto non c’è e quindi il popolo vive in pace. Ma a quel punto, anziché pensare che il nemico non esiste, il popolo armato si convincerà che la pace sia assicurata dagli armamenti. È come uscire in una bella giornata di sole ed essere contenti di non essersi bagnati grazie all’ombrello.
Sempre volgendo lo sguardo ad oggi, questa interpretazione non potrebbe essere più vera. Da quando è scoppiata la guerra, c’è stato un allarme generale: dobbiamo armarci perché i prossimi siamo noi! Chi l’ha detto? Da dove lo si evince? Stiamo in Ucraina? No. Siamo ucraini? No. Boh! Però, tanto hanno fatto che ci hanno convinti che corriamo un pericolo imminente di un attacco russo, che fa molta paura a tutti. E questo imminente attacco russo cosa ha provocato? Guarda un po’, ha provocato l’aumento delle spese militari fino alla strabiliante somma di 104 milioni di euro AL GIORNO!
Cioè, mentre a voi hanno detto che dovete stringere la cinghia, tenere bassa la temperatura dei termosifoni, pagare il gasolio a due euro e cinquanta, i pomodori a cinque euro, il pane a tre euro e cinquanta, le bollette della luce alle stelle, l’inflazione che aumenta a vista d’occhio, il vostro stipendio che non vale più niente, il sussidio che è una miseria, l’affitto che aumenta, eccetera eccetera… mentre a voi dicono tutte queste belle cose, i produttori di armi ingrassano al ritmo di 104 milioni di euro AL GIORNO!
Herman Goering
numero due del regime nazista dopo Hitler, criminale di guerra, colui che impartì l’ordine della “soluzione finale”, cioè lo sterminio di sei milioni di ebrei, suicida il 15 ottobre 1946, dopo essere stato condannato al morte al processo di Norimberga, pochi giorni prima di morire disse: «Ovviamente la gente non vuole la guerra. Perché mai un povero contadino dovrebbe voler rischiare la pelle in guerra, quando il vantaggio maggiore che può trarne è quello di tornare a casa tutto intero? Certo, la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neanche in Germania. È scontato.
Ma, dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari Stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese».
Basta dirgli che sta per essere attaccato, dice Goering.
Papa Francesco
Non so voi, ma se qualcuno mettesse a rischio l’incolumità mia e della mia famiglia io non esiterei ad adottare misure estreme di qualunque tipo. Penso che chiunque lo farebbe per i propri figli. È naturale. Si tratta di stabilire chi sta mettendo a rischio l’incolumità dei nostri figli: un invasore esterno o un governo che spende 104 milioni di euro AL GIORNO per acquistare armi?
Un suggerimento proviene da Papa Francesco. Lo scorso 24 marzo ha detto: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2% del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!” Ha aggiunto: “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari – ha affermato il pontefice -, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare un mondo ormai globalizzato, non facendo vedere i denti, e di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico- tecnocratico- militare”
Domani è domenica. Come ogni domenica, da buoni cristiani, andrete a messa, vi segnerete in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Prenderete la comunione e accetterete la benedizione.
Andate in pace, dirà il sacerdote.
Ma voi tornerete a casa e continuerete a fare il tifo per i guerrafondai, per i produttori di armi, per i generatori di odio, per il governo che per armarsi fino ai denti toglie il pane di bocca ai vostri figli. Insulterete gli operatori di pace, li chiamerete codardi, tenterete di chiudergli la bocca. Invocherete la morte del nemico ed esulterete per il fanatismo dei finti patrioti. Poi prenderete la braciola, toglierete lo stuzzicadenti, l’affetterete accuratamente e, masticando odio, l’ingoierete come niente fosse.