Nel 2015 la dottoressa Cristina Cattaneo, medico legale, ebbe l’incarico di identificare i migranti annegati nel Mediterraneo. Tra i tanti morti individuò un ragazzo di non più di 14 anni che, all’interno della sua giacca, portava ben cucito un plico di carta composto di diversi strati.
Incredula e con un fil di voce la dott.ssa Cattaneo lesse ai suoi assistenti: “Bulletin scolaire” e, in colonna, le parole un po’ sbiadite di tutte le materie in francese e arabo con i relativi voti.
Era una pagella!
Avevano trovato tanti altri oggetti ben conservati negli indumenti delle migliaia di morti esaminati (dalle foto sino al pugno di terra o di sabbia della loro patria), ma era la prima volta che si imbattevano in una pagella scolastica.
Ma con quali aspettative questo giovane adolescente del Mali aveva nascosto con tanta cura il suo curriculum scolastico? Ed è proprio la risposta a questa domanda che devono dare gli studenti d’Italia e del mondo considerato civile. Questo sfortunato studente senza nome ha portato con sé la prova dei suoi sforzi e delle sue capacità nello studio che pensava gli avrebbe aperto le porte di una scuola italiana o europea. Era la sua ricchezza. Si era illuso che “l’altro mondo”, che aveva conosciuto sui libri, avrebbe considerato questo prezioso documento un passaporto per abitare la città che aveva sognato, quella “dove la terra ascolta la musica dei tuoi sentimenti” (S. Sepehri).
Non è andata così perché lo studente è annegato. Purtroppo.
La posa della pietra di inciampo nel Liceo Staffa, dedicata allo studente del Mali, è la risposta che gli studenti trinitapolesi hanno inteso dare a chi costruisce muri e non ponti in un mondo ancora tormentato dalla miseria e dalle guerre. Tra il numeroso pubblico, la presenza dei vicari dell’Istituto Comprensivo Garibaldi- Leone prof. Mimmo Putignano e della Scuola Elementare Don Milani prof. Donato Piccinino ha dimostrato come tutta la comunità scolastica di Trinitapoli sia impegnata a diffondere i valori dell’interculturalità.
L’iniziativa di sabato 6 aprile 2019 assume un forte significato simbolico che farà riflettere gli studenti sui valori che accomunano tutti gli esseri umani.
Lo studio e la conoscenza devono diventare i pilastri su cui costruire la città sognata dal povero ragazzo. Questa è la sua lezione magistrale!
Simbolica è stata anche la scelta delle persone coinvolte nella cerimonia pubblica. Ha disvelato per primo la pietra Gholam Najafi, lo scrittore afgano 29enne che in mattinata ha poi presentato il suo ultimo libro “Il tappeto afgano” (Edizioni La Meridiana). Gholam, fuggito a 10 anni dall’Afghanistan dopo l’uccisione del padre da parte dei Talebani, è musulmano ed ha alle spalle una storia drammatica di gommoni e di camion con i quali è arrivato in Italia. Fortunatamente è riuscito a studiare, a laurearsi, a scrivere due libri, a trovare un lavoro e una famiglia. anche se non riesce ancora ad avere la cittadinanza italiana nonostante stia contribuendo con le sue opere a valorizzare la lingua italiana. Ha creato, invece, la pietra d’inciampo l‘artista Savino Russo che ha soggiornato parte della sua vita in India dove ha abbracciato la religione induista.
Con la presenza anche di Don Mimmo Marrone e di Don Michele Caporusso è stato comunicato ai giovani quanto sia importante considerare la diversità di “razza e di religione” una ricchezza culturale e non un pericolo per l’umanità.
La proposta di lasciare all’ingresso della scuola la pietra d’inciampo a futura memoria è stata avanzata, e subito condivisa dal liceo Staffa, dal Centro di Lettura Globeglotter che ha come sottotitolo “Lingue e Culture in movimento”.
Nel corso degli anni l’associazione trinitapolese si è sempre più caratterizzata come “un porto di mare”, dove hanno trovato ospitalità ed accoglienza studenti, docenti, artisti e scrittori provenienti da tutta l’Italia e dal mondo intero.
Questa iniziativa, come ha sottolineato nella sua introduzione il Dirigente Scolastico, prof. Carmine Gissi, si è inserita in un solco già tracciato dalle associazioni, dalle scuole, dalle parrocchie e dalle biblioteche impegnate quotidianamente a diffondere ”l’interesse e il rispetto verso culture diverse, verso opinioni ed esperienze di altri”, così come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo tour nelle università italiane, commemorando lo sfortunato studente del Mali.
Antonietta D’Introno