Chi è Maria Grazia Cortellino? Nata l’8 marzo 1983, ha avvertito presto la responsabilità di aver visto la luce in una data che ha un grande significato per tutte le donne. Trascorsa l’infanzia in Sicilia, dove si impregna di colori bellissimi e di profumi sorprendenti, approda poi nelle Marche dove vede le prime montagne e i primi grattacieli lontana dallo sguardo orizzontale verso il mare.
Frequenta il Liceo Artistico, l’Accademia di Belle Arti di Macerata, si laurea in Beni Culturali, poi in Scultura e si abilita per l’insegnamento senza trascurare tutte le attività proprie di un’artista come: mostre, gallerie ed esposizioni. Tornata a Trinitapoli, apre un laboratorio d’arte e quando incomincia a diventare popolare, accetta la nomina di insegnante a Vieste, la città che l’ha adottata da 5 anni e nella quale sta lasciando l’impronta del suo talento artistico.
Hai vissuto molti anni in un’altra regione d’Italia ed ora sei tornata nella tua Puglia. È stata una scelta oppure una necessità della vita?
R.: Gran parte della mia vita l’ho vissuta nelle Marche con una piccola parentesi in Sicilia. Il lavoro di mio padre ha costretto la mia famiglia a viaggiare, anche se questi spostamenti non sono stati mai traumatici, anzi mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con realtà e modi di vivere diversi da quelli d’origine, mai dimenticati. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Macerata, conseguendo ottimi risultati, ho scelto di ritornare a Trinitapoli. Nel paesello autoctono ho creato un laboratorio di didattica artistica per i bambini e non solo. L’ho chiamato “Graziall’Arte”, in cui tutto era improntato sul “fare manuale”. La vita però ti porta a scegliere altre vie e quando sono stata chiamata dalla scuola per un lavoro stabile, ho deciso di trasferirmi nuovamente, chiudendo dopo tre anni la mia attività. Vieste è ora la mia dimensione definitiva in cui riesco a unire attività artistiche e scolastiche con meravigliose esperienze.
Molti giovani preferiscono ormai lasciare il proprio paese per tentare la fortuna altrove. Se avessi il potere di farlo, che cosa faresti per trattenerli?
R.: Personalmente ho subìto anch’io il fascino dell’estero: Londra, New York, Chicago. Singapore mi ha ospitata per qualche tempo. Ho fatto esperienze diverse lasciandomi affascinare da ciò che è lontano ma soprattutto differente da me. Tutto questo ha solo rafforzato, però, la voglia di rimanere nel mio sud. Credo nelle “contaminazioni”. I cambiamenti sono possibili solo nel momento in cui una forza motrice di contenuti contamina l’altro. L’arte ha una grande forza di attrazione che potrebbe convincere tanti giovani a rimanere in patria. Ma perché questo funzioni occorrono persone che hanno voglia di farsi contaminare da entusiasmi, idee, progetti e sogni. E ovviamente gente che sa contaminare.
Ti stai dedicando, insieme alla scuola dove insegni, ad alcuni progetti di Street Art. Come è nata questa bella idea di abbellire la città “ricolorandola e riscrivendola”? Ci racconti di queste tue ultime esperienze artistiche?
R.: Insegno nell’Istituto Comprensivo “Rodari Alighieri Spalatro” di Vieste, una scuola molto dinamica. Ho iniziato il percorso della “Street Art” a maggio dello scorso anno scolastico. La scuola ha da anni un progetto sulla “Cittadinanza Attiva”, nell’ambito del quale è eletto, ogni tre anni, un “Mini Consiglio Comunale”, che si occupa non solo di proporre nuove idee per la scuola, ma anche per tutta la città. Le cose nella vita accadono, poi, per sinergie e incontri straordinari. Questa “vicinanza” casuale delle persone, ha consentito al “Mini Consiglio” di essere coinvolto in un progetto di riqualificazione urbana. A giugno abbiamo realizzato la “Scala della Legalità” e poi ad Agosto la “Scalinata dell’Amore”, con il testo della canzone di Max Gazzè. Da qualche giorno abbiamo incominciato a lavorare, con un progetto regionale, per la Scala della Pace, che sarà realizzata con una miriade di tappi riciclati negli anni passati dalla stessa scuola. I risultati ottenuti sono opera senza dubbio delle persone coinvolte ma tantissimo fanno le Istituzioni allorché camminano insieme ai cittadini con un obiettivo comune. Cosa voglio dire? Mi spiego meglio. Bisogna avere una Scuola con un Dirigente disponibile che non si occupa solo di numeri ma della crescita umana degli alunni, dei colleghi entusiasti che non si preoccupano delle ore fuori progetto non retribuite, un’Amministrazione giovane che crede sia possibile un mutamento radicale solo attraverso la partecipazione consapevole dei cittadini a tutte le decisioni e dei ragazzi che regalano energia pura e che di fronte ai colori e ai pennelli dimenticano di chattare eternamente con i loro telefonini. Ecco, il gioco è fatto. Semplice, no?
Oggi Vieste ha dei colori nuovi e siamo convinti di poter fare ancora molto di più. Ogni comunità ha bisogno ogni giorno di credere in un mondo migliore. I fatti di cronaca incombono ogni giorno, e noi dobbiamo convincerci che il colore e la bellezza possono mutare lo sguardo di uomini e donne del nostro futuro, UTOPIA? Non credo. Soltanto un briciolo di coinvolgente follia.
Trinitapoli avrà l’onore di avere un’opera dell’artista Maria Grazia Cortellino?
R.: Perché no, mi dico! Magari un gemellaggio tra i due comuni o meglio, tra le due scuole potrebbe essere un buon inizio per qualcosa che può accrescere le esperienze di tutti.
Trinitapoli ha molti spazi che si prestano ad avere nuovi colori. Quando una cosa diventa bella, piacevole da guardare, sorprendente, il popolo non la distrugge, bensì la conserva e se ne prende cura.
ANTONIETTA D’INTRONO