Una bella storia d’amore da raccontare a chi ascolta incredulo “finchè morte non vi separi”
Ho conosciuto Ninì negli anni ’60. Era un bel ragazzone bruno, molto timido, che mieteva consensi tra tutte le sue compagne di scuola. Frequentava casa mia perché il papà, Raffaele, era molto amico di mio padre e mia madre gli dava, di tanto in tanto, delle lezioni di Italiano e Latino.
Io ero poco più di una bambina e lo torturavo nel vero senso della parola perché avevo capito che riusciva ad aggiustarmi tutti i miei giochi e che, per educazione, non mi mandava a quel paese quando doveva completare gli esercizi che mia madre gli assegnava da svolgere. Mamma era una docente severissima con tutti suoi alunni, anche con quelli che preparava a casa. Per causa mia fu rimproverato da lei più volte senza mai accusarmi di averlo distratto con le mie trottole.
Gli ho chiesto scusa dopo tanti anni quando l’ho rincontrato in una riunione del consiglio della ASL che aveva componenti votati dal Consiglio comunale. Mi parlò del suo lavoro, della sua bella e grande famiglia e del dolore inconsolabile per la perdita di uno dei suoi figli. Ci siamo rivisti più spesso durante gli anni del mio assessorato alla Cultura che ho condiviso con sua moglie, Mena Guerra, assessora ai Servizi Sociali nella seconda Amministrazione presieduta da Lillino Barisciano. L’ho perso di vista per molto tempo anche se, tramite comuni amici, ci mandavamo i saluti. Ho saputo poi della malattia di sua moglie, l’altra grande tragedia che ha attraversato nella sua vita. Nel ricordo dei suoi figli e dei trinitapolesi rimarrà l’esempio del suo grande amore per sua moglie, una devozione unica di un uomo che nella cattiva sorte è stato sempre al fianco della sua donna, “mano nella mano, sua ombra e angelo”, come racconta sua figlia Maria Elena. Nella Domus Lauretana, dove la signora risiede da tempo, il dott. Nicola Giannattasio ha condiviso tutte le attività quotidiane nell’ultimo periodo della sua vita. Presente dalle primissime ore della giornata, faceva colazione insieme a sua moglie e controllava che lei conducesse una vita tranquilla e serena, parlandole e accompagnandola dovunque. È sicuramente doloroso perdere il proprio padre. Ma riscalda il cuore il pensiero di questo intenso legame di Ninì e Mena che i suoi figli ricorderanno ai suoi nipoti. Una bella storia d’amore da raccontare a chi ascolta incredulo “finchè morte non vi separi”.
Antonietta D’Introno
Chi era Nicola Giannattasio
È nato il 16 giugno 1944 ed è morto il 24 aprile scorso. Laureato in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1978 e specializzato in Igiene, è stato Dirigente Sanitario per tutta la sua vita nel distretto Foggia 2, una vasta area tra Margherita di Savoia e Monte S. Angelo. Nel 2009, dopo essere andato in pensione, si è impegnato alacremente nella realizzazione del progetto RSA Domus Lauretana e nel contempo ha intensificato la cura e la valorizzazione dei suoi vigneti dando vita alla BIOCANTINA GIANNATTASIO che produce dell’ottimo vino molto apprezzato in Italia e all’estero.
Chi era Gaetano Giannattasio
Il ginecologo Gaetano Giannattasio, nato nel 1954, è morto il 4 aprile 2020. Le regole dell’isolamento del Covid-19 non gli hanno consentito di ricevere l’estremo saluto da parte dei suoi numerosi pazienti, amici e parenti. La notizia della sua scomparsa, seguita da quella altrettanto ferale della morte del fratello maggiore, ha commosso l’intera cittadinanza. Il destino ha voluto nella vitai due fratelli uniti dalla comune professione e nella morte accomunati dalla medesima ed eccezionale situazione di isolamento.