Un amico mi vede poco interessato alle vicende politiche locali. L’imminenza delle elezioni amministrative dovrebbe farmi vibrare, condurmi a versare fiumi di inchiostro, dice lui. Io non rispondo. Me ne sto zitto zitto nel mio cantuccio a leggere, studiare e cucinare. Quello tutto indignato mi fa notare che già l’ultima volta mi sono astenuto e non posso permettermelo più. Io potrei certo rispondergli che, visto lo scioglimento per mafia, ho fatto bene. Però… zitto. Allora, tutto inviperito, quello «vergogna!», fa. E si mette a farmi la predica sul futuro dei miei stessi figli, che non si può stare con le mani in mano e cose del genere. Per farlo smettere di insultarmi gli ho offerto il caffè, e in effetti ha funzionato. Funziona sempre. Da bere agli assetati, caffè per gli indignati.
Ieri l’ho chiamato. «Ti devo una risposta», gli ho detto. Ho stampato l’ultimo rapporto SVIMEZ e sono uscito a incontrarlo.
Dice SVIMEZ: «Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%). Al netto dei rientri, il Mezzogiorno ha perso 1,1 milioni di residenti. Le migrazioni verso il Centro-Nord hanno interessato in misura crescente le giovani generazioni: tra il 2002 e il 2021 il Mezzogiorno ha subìto un deflusso netto di 808 mila under 35, di cui 263 mila laureati. Al 2080 si stima una perdita di oltre 8 milioni di residenti nel Mezzogiorno, pari a poco meno dei due terzi del calo nazionale (–13 milioni). La popolazione del Sud, attualmente pari al 33,8% di quella italiana, si ridurrà ad appena il 25,8% nel 2080.»
Alcuni fra i migliori amici nostri, gli ho detto, sono andati via di qui trent’anni fa, dopo la laurea. Siamo rimasti quattro gatti e, visto come sono andate le cose, siamo anche abbastanza spelacchiati. Il Mezzogiorno si spopola e si spopolerà sempre di più. E quelli che se ne vanno sono perlopiù le forze migliori. Non parlo solo dei laureati. Pure i ladri più in gamba emigrano a rubare automobili più decenti! Le mafie del Nord vengono a Cerignola a fare i casting. Siamo così derelitti e scalcinati che anche i criminali sognano un futuro migliore. Siamo così squalificati che anche quelli che una volta erano settori locali d’eccellenza (tipo la criminalità organizzata, per esempio) sono in crisi. Anzi, secondo la relazione prefettizia che ha portato allo scioglimento del comune, i criminali sono così in crisi che sono costretti a rivolgersi alla politica! Ma ti rendi conto?! La criminalità un tempo dava ordini, oggi chiede favori.
Ora io non so cosa faranno i miei figli, quali saranno le loro aspirazioni. Magari uno si laurea e l’altro va a rubare. Nell’uno e nell’altro caso, se mi chiederanno un consiglio, la mia risposta sarà una sola. Via! Lo dice pure lo SVIMEZ. Anzi fai una cosa: il rapporto leggitelo tutto.
Da qui a pochi anni saremo più poveri e vecchi, saremo otto milioni in meno e ignoranti come capre (tutti i laureati se ne andranno). In Europa lo sanno, tanto che il famoso PNRR doveva essere destinato perlopiù a colmare il gap infrastrutturale tra nord e sud. Risultato: il nord si è accaparrato quasi tutto grazie anche ai politici del sud che vengono a prendere voti a questi qua ma fanno favori a quelli là.
Insomma, amici miei ne sono rimasti pochi, prospettive per i miei figli non ce ne sono, lo scenario politico è quello che è, i delinquenti rimasti sono i peggiori, miserabili e violenti: caro amico, dico, tu da me che vuoi?
Quello si alza tutto rammaricato, mi guarda con una certa aria solenne e proclama: «Mai perdere la speranza!»
Mentre l’amico mi declama la sua saggezza, entra uno nel bar, tutto affannato, e gli grida: «Corri! Ti stanno fregando la macchina!»
L’amico immediatamente tira fuori il telefono. «Che fai?», chiedo.
«Chiamo le forze dell’ordine!»
«Ah», faccio io, «bravo! Mai perdere la speranza!»