Tutti siamo stati bambini, ognuno col suo sogno nel cassetto.
Carletto, cosa vuoi fare da grande?
L’astronauta!
Chi è il tuo idolo?
Neil Armstrong, voglio volare sulla luna come ha fatto lui.
Luigino, cosa vuoi fare da grande?
Il pilota di Formula 1!
A chi ti ispiri?
A Lewis Hamilton, voglio correre e vincere come lui.
Michelino, tu?
Il calciatore! Voglio essere come Ronaldo.
E tu, Lillino, tu cosa ti piacerebbe fare da grande?
Il sindaco di Turi.
Come!? E perché?
Perché Turi è il mio modello ideale di amministrazione comunale.
Dovete sapere che dopo il mio ultimo articolo Caro amico ti (de)scrivo, così ti distraggo un po’ all’interno dei Cavalli si è scatenata la caccia alla talpa, come d’altra parte era facilmente prevedibile. Non dormono la notte per scoprire chi è questo sciagurato che osa parlare con me. Nel corso degli anni sono stati addestrati a coltivare gli istinti primari (odio, fame, rabbia). Di conseguenza, anziché riflettere sul contenuto di ciò che ho scritto, si aggirano ringhiosi alla ricerca del traditore. Non si accorgono che mentre loro vengono aizzati gli uni contro gli altri, i Sacerdoti che li manovrano gliene combinano un’altra sotto il naso.
Libera Trinitapoli ha pubblicato un post su Facebook con velleità sarcastiche (peraltro, con la riuscita che fanno sempre le battute di Barisciano e Tarantino: il de profundis). Per spiegarlo ci vuole purtroppo che io mi addentri brevemente nell’antefatto.
Nel mio articolo La Rotazione raccontavo che il Comune di Trinitapoli ha bandito due concorsi per otto posti in tutto al quale si sono presentati mille candidati. I commissari che devono promuovere i candidati sono sgraditi a Barisciano e Tarantino, perché – dicono – non devono essere nominati dal funzionario responsabile (come vuole il regolamento), ma devono essere sorteggiati per evitare che siano sempre gli stessi (ci vuole la ROTAZIONE!, tuonava Barisciano) e allontanare il sospetto – tipico di ogni occultista – di favoritismi.
Ma il concorso non si è ancora fatto. Come fanno loro a sapere che sarà truccato?
Non lo so. Non chiedetemelo. Loro sono così. Dentro alla stalla dei Cavalli hanno la sfera di cristallo e lo specchio di Biancaneve, bevono la pozione di Amelia la strega che ammalia, e vedono cose che voi umani non potete neanche immaginare. Poi vanno in consiglio comunale e parlano.
Dicevo…
Per rispondermi senza nominarmi (ché se mi nominano mi evocano come lo spirito maligno), hanno pubblicato questo post per dimostrarmi che ho torto. In pratica, al comune di Turi (altri scienziati!) devono fare un concorso per un posto da B3 (il messo comunale, per capirci). Ovviamente ci vuole un commissario che decida chi tra i candidati debba vincere, ma invece di nominarlo che fanno? Fanno un altro concorso per decidere chi deve essere il commissario del concorso. E come lo scelgono alla fine? Per sorteggio.
Cioè: si presentano Pertini, Hitler, Mussolini, De Gasperi, Topolino, Pippo e Pluto. Si tira la monetina. Chi esce? Pippo. E noi ci dobbiamo tenere Pippo?! Dice: ma De Gasperi era meglio. Non scherziamo, niente favoritismi: è uscito Pippo e Pippo deve essere.
Honestà!, urlerebbe Grillo.
Baccalà!, risponderei io.
Chi ti dice che Pippo è più onesto di Pertini?
E poi, chi controlla che il sorteggio non sia truccato? Se è truccato il concorso, figuriamoci il sorteggio! Poi dobbiamo nominare il commissario che controlla il sorteggio per nominare il commissario. Non solo, andando avanti nei sospetti, dobbiamo scegliere l’ispettore che controlla il commissario che sorveglia il sorteggio per nominare il commissario del concorso per il messo comunale. Ma a ben vedere, per non essere criticati, ci vuole il sorteggio del commissario che deve indicare l’ispettore che controlla il commissario che sorveglia il sorteggio per nominare il commissario del concorso che al mercato mio padre comprò.
È pazzesco, è un sistema da internati, ma a Barisciano e Tarantino piace.
(Che poi, detto fra noi, per Tarantino non è mica una novità. Nel 2016, quando era candidata sindaco e io ero candidato consigliere con lei, si fissò col sorteggio degli scrutatori. Dobbiamo mostrare trasparenza, diceva. Ma perché qualcuno ci vede opachi?, borbottavano al partito. La presi da parte: Annamarì, non è che questa cosa del sorteggio degli scrutatori, niente niente, è una stronzata? Apriti cielo! Va bene, va bene, facciamo il sorteggio. La sera della lotteria si presentarono tutti i personaggi della Disney e quelli della Marvel messi insieme. I giovani passavano dal corso e li sentivi gridare: Ohu, veit ca dé stonn a fè u quiz! Gente di alto livello. Annamarì, sei sicura che questi sanno che cos’è una scheda elettorale?, insinuai. Apriti cielo un’altra volta. Insomma, per farla breve, gli scrutatori li sorteggiammo, ma quelli neanche ci votarono. Ma mica perché non ci volevano votare: quelli NON SAPEVANO votare.
Barisciano, invece, no: col cacchio che mandava uno qualsiasi a fare lo scrutatore (giustamente). Mandò i pretoriani col pennacchio romano e la spilletta coi cavalli che si ingroppano. Mo’ vuole il sorteggio, pensa un po’.)
Barisciano e Tarantino sono ormai da tempo fuori controllo. Sono così immersi nella cultura del sospetto che ormai sono un ibrido tra l’honestà di Grillo (il quale, non a caso, ultimamente se la sta vedendo male con la giustizia) e il complottismo terrapiattista. Vedono la politica come una cosa marcia, sono incapaci di visione e di assunzione di responsabilità. Sono pronti a insozzare qualsiasi cosa, ma non hanno niente da proporre. In consiglio comunale ormai è la solita solfa: spandono veleno su tutto e poi abbandonano l’aula, perché quando c’è da fare proposte (come, per esempio, in occasione del bilancio) non hanno nulla da dire. Loro decidono pure chi deve tacere: alla fine parlano sempre e solo loro due (per avvelenare) e ai compagni di coalizione chiudono la bocca, per paura che dicano qualcosa di intelligente. Sono la fossa comune nella quale alcuni giovani hanno volontariamente sacrificato le proprie chance. Peccato, perché fra di loro qualcuno c’è che potrebbe regalare un minimo di speranza, ma sta zitto per paura.
Già, la paura.
Qual è l’atteggiamento di chi ha paura?
Per parlarne le parole non sono sufficienti. Dovete immaginare la scena.
Siamo nella stalla. L’atmosfera è cupa, le luci fioche delle candele dipingono onde tremule sulle pareti scrostate. In un angolo ferri di cavallo e corni rossi, in un altro uno specchio rotto e deforme sovrastato da un panno di velluto viola impolverato. Gli adepti disposti in cerchio con gli occhi avidi di conoscenza, il Gran Maestro sul trono gestisce l’attesa ansiosa dei discepoli rimestando la pozione del calderone. Gli ingredienti della poltiglia sono sospetto, ignoranza, odio, rancore, frustrazione, rabbia e un pizzico di invidia. Una Sacerdotessa si avvicina, raccoglie in un mestolo un po’ di bava cotta e la versa sulla statuetta cavallina, oggetto dell’idolatria collettiva.
A questo punto il Gran Maestro pronuncia con voce grave davanti a tutti: Oh suprema statua cavallina, oh tu che tutto sai e che tutto comprendi, dicci: Chi sarà la nostra ispirazione? Quale sarà la nostra guida politica per il futuro di Trinitapoli?
Dal calderone si solleva una voce (sinistramente simile a quella del gran maestro): TUUUURIIIII.
Che ha detto?, chiede un adepto dal fondo della sala.
Ha detto Turi, gli rispondono.
Che cazzo c’entra Turi?, osserva un altro.
Il Gran Maestro ferma il chiacchiericcio: il dubbio non giova alla fede.
Ora andate a dormire, tuona (come fa nelle chat di whatsapp) ché è tardi.
Conclusione: se volete conoscere l’idea politica di Barisciano e Tarantino, chiedete al sindaco di Turi e fate prima. Qui sono troppo impegnati a insozzare col sospetto per pensare a costruire.