L’insediamento, il 29 luglio, di una commissione prefettizia per accertare se negli anni scorsi l’attività amministrativa è stata condizionata dalla criminalità organizzata in modo da alterare la formazione della volontà dell’ente si sta rivelando un evento spiacevole che sta producendo immediati riflessi positivi sull’attività amministrativa e anche la scoperta dello spessore degli attuali consiglieri in termini di senso di responsabilità e di capacità di affrontare con forza e dignità il momento difficile che stanno attraversando.
Da un lato il sindaco Losapio e i consiglieri De Lillo, Montuori, Arbore, Di Natale, Patruno, Miccoli, Tiritiello, Peschechera, Matera che si stanno sforzando di scongiurare che sulla nostra comunità si abbatta l’onta dello scioglimento del consiglio comunale dall’altra i consiglieri Barisciano , Tarantino, Minervino, De Pasquale e Capodivento che non avendo ancora assorbito l’amarezza della sconfitta elettorale cercano una rivincita per via prefettizia infischiandosene degli effetti pregiudizievoli sulla vita e l’economia della nostra comunità.
E’ innegabile che il sindaco Losapio si sta sforzando di rimettere l’attività amministrativa nel solco della massima trasparenza, efficienza ed economicità.
Lo sta facendo partendo dalle fondamenta della struttura comunale ripristinando, come la legge stabilisce, la distinzione dei ruoli tra organi politici ed organi amministrativi, riservando ai primi l’indirizzo politico-amministrativo, la definizione degli obiettivi e la strategia per il loro raggiungimento, l’impiego delle risorse umane e finanziarie nonché la verifica dei risultati e riconoscendo agli organi amministrativi la piena titolarità delle scelte operative. In questa ottica va valutata l’adozione, negli ultimi tempi, di numerose linee-guida dell’attività amministrativa. Dal successo di questa opera preliminare di restauro potranno derivare parecchi vantaggi in termini di trasparenza, di imparzialità dell’attività amministrativa, di contrasto al clientelismo e infine di efficienza.
Cittadini consapevoli dei loro diritti e degli impiegati responsabili dei servizi richiesti saranno più liberi, in grado di contrastare eventuali azioni concussive ed evitare pratiche corruttive. A loro volta i dipendenti comunali avranno la possibilità di esprimere tutte le loro capacità gestionali o esecutive in una prospettiva di valorizzazione meritocratica delle competenze; decisione quanto mai opportuna in cospetto di un così profondo ringiovanimento del personale.
Nel frattempo la ordinaria attività amministrativa non si è arrestata ma procede regolarmente sia nella realizzazione del piano delle opere pubbliche che nel funzionamento dei servizi ai cittadini.
Non possiamo prevedere se il sindaco Losapio e i consiglieri di maggioranza riusciranno a portare a termine il restauro della macchina amministrativa, a rischiarare le zone d’ombra e ad eliminare incrostazioni di potere. E’ certo comunque che questi tentativi sono avversati dai consiglieri Barisciano, Tarantino, Minervino, De Pasquale e Capodivento.
Costoro, svegliatisi dal lungo letargo in cui erano sprofondati all’indomani della sconfitta elettorale, dopo avere salutato con giubilo l’avvento della commissione prefettizia, sperano di incrementarne i dossier lamentando di subire fantasiosi soprusi e varie discriminazioni, indignandosi per futili motivi, protestando per qualche suppellettile fuori posto, abusando della parola illegalità per ogni atto amministrativo, in un crescendo petulante ed inverecondo.
Disertano le commissioni consiliari e le conferenze dei capigruppo per impedire approfondite istruttorie e che i lavori del consiglio si svolgano in modo ordinato e concordato. Mettono a dura prova il sistema nervoso della presidente De Lillo, interrompendo continuamente gli interventi del sindaco, creando incidenti che la costringano a sospendere le sedute. Si azzuffano continuamente anche con il segretario comunale reo di non assecondare con estrema sollecitudine le loro richieste.
L’indisciplina è la loro bussola, il caos il loro obiettivo.
In una parola si agitano tanto per strizzare l’occhio alla commissione con la malcelata ambizione di fiancheggiarla.
Dismettano l’abito tardivamente indossato di fustigatori di costumi e di vestali della legalità. Anni di profondo silenzio dicono che in quegli abiti stanno stretti.
Avvilente è stato lo spettacolo che hanno offerto nei tre consigli comunali successivi al 29 luglio. Chi attendeva di sapere da loro se in questi anni l’attività amministrativa è stata condizionata dalla criminalità organizzata è rimasto profondamente deluso. Come interpretare il loro prolungato silenzio? Ignoranza, sottovalutazione, indifferenza, culpa in vigilando, mancanza di coraggio, opportunismo?
Si illudono che la vergogna di un eventuale scioglimento del consiglio comunale li risparmierà.
Non troveranno riparo per aver inscenato queste “baruffe chiozzotte”.
Grottesca, infine, la scena in cui nell’ultimo consiglio, per due ore, hanno preteso dal sindaco quelle spiegazioni che loro, nonostante una lunga presenza in consiglio comunale, si ostinano a non dare né ai cittadini né ai loro elettori.
Anche noi attendiamo di conoscere la loro opinione. Il Peperoncino Rosso è a loro completa disposizione.
Post Scriptum: non abbiamo citato i consiglieri Iannella e Di Feo, non per dimenticanza ma perché recentemente arruolati nei ranghi delle truppe di riserva di Barisciano e Tarantino.