Ogni volta all’indomani dell’uscita del Peperoncino Rosso riceviamo commenti, critiche e apprezzamenti che a loro volta suscitano in noi la necessità di interpretarli per ricavarne indicazioni utili per il miglioramento del servizio di documentazione della vita della nostra comunità che offriamo da 21 anni.
Ovviamente non perdiamo tempo dietro il fecciume che ammorba l’aria della rete che a livello locale annovera campioni di turpiloquio e, purtroppo, malati di demenza senile.
Non manchiamo di tanto in tanto anche di sfogliare le vecchie annate.
Constatiamo in primo luogo che riusciamo ancora nella ambizione di offrire ai posteri uno spaccato delle nostre vicende politiche amministrative culturali e famigliari.
I protagonisti dei nostri resoconti per scelta, non sono soltanto coloro che eccellono nel loro campo e al cui talento riserviamo un doveroso apprezzamento ma anche i tanti e numerosi cittadini che trascurati dai media pur contribuiscono con le loro virtù domestiche alla coesione e alla crescita della nostra comunità.
Ci riferiamo agli operai agricoli, agli agricoltori, alla piccola industria, agli artigiani, al mondo della scuola, ai professionisti, al mondo della cultura e delle arti, insomma, a tutti coloro su cui normalmente non si accendono i riflettori ma che pur bisogna ricordare. Ove possibile, accanto alle biografie, ne tramandiamo i volti perché appaiano più vivi e famigliari ai contemporanei e ai posteri.
Cerchiamo anche di alleviare il lavoro dei futuri storici che nel solco del professor Pietro Di Biase volessero indagare su fatti uomini e tradizioni del Casale offrendo loro la cronaca del nostro tempo.
Un giorno un pronipote potrà cliccare su “archivio” nel sito ilpeperoncinorosso.it e ritrovare l’intervista alla bisnonna, Nara Nardis, l’ostetrica del comune che ha fatto nascere in casa quasi un migliaio di concittadini, o a Carmela Lamacchia che ha cucito i materassi a tante coppie di sposi, oppure leggere la storia delle lotte bracciantili anche raccontate dai diretti protagonisti come Vito Leonardo Del Negro, Gennarino D’Alfonso, Arturo Tiritiello, Ruggiero Maglio, Cenzino Dell’Olio, Venanzio Bombino, Giuseppe Derossi, Luigi Di Bitonto, Antonio Andriano, Antonio Leone, Nicola Battaglino, Michele e Concetta Buonarota Savino Russo, l’assessora Pina Calvello per citarne solo alcuni.
Così come sarà possibile rileggere gli articoli degli ex studenti che hanno frequentato i numerosissimi Laboratori di Lettura, Scrittura Creativa, Lingue e Teatro organizzati dal Centro di Lettura Globeglotter che oggi pubblicano romanzi come Raffaele Di Biase e Giorgia Giuliano, gli articoli di coloro che hanno incarichi di prestigio all’estero come Ciro Montagano o i primissimi articoli dei giovani che si sono ritagliati una rubrica seguitissima su Il Peperoncino Rosso come Giuseppe Marzucco e Rosa Maglio dopo aver letto centinaia di libri e sperimentato assiduamente la scrittura nell’adolescenza.
E tanto altro di cui un giorno si racconterà.
Le reazioni, invece, del mondo politico alle cronache dei loro comportamenti rivelano, purtroppo nei più, un livello culturale primitivo; è evidente che mancano i cosiddetti fondamentali. Costoro non capiscono che la nostra testata non è l’organo di un qualche partito o movimento politico ma un giornale indipendente “voci fuori dal coro“ come è scritto a chiare lettere nella testata per sottolinearne, appunto, l’indipendenza.
Questo non significa che il giornale e la sua redazione non abbiano un orientamento politico. Nel nostro caso è evidente che siamo legati ai valori che stanno dentro alla Costituzione italiana e che per quanto ci è possibile difendiamo e diffondiamo sempre e soprattutto quando, come in quest’epoca, sono palesemente minacciati. Ricordiamo il contributo alla vittoria del NO allo stravolgimento della Costituzione voluta dal PD e da Matteo Renzi.
Oppure le forti critiche all’ ex sindaco Francesco Di Feo quando, indossando la fascia tricolore come rappresentante della Repubblica italiana democratica e antifascista, celebrava il 25 Aprile con manifesti dal contenuto ambiguo, con caratteri di stampa adoperati dal passato regime e con discorsi diretti a delegittimare il contributo della Resistenza alla lotta di liberazione dal nazifascismo.
Costoro, dicevamo, mancano dei fondamentali. Non si rendono conto che il dovere di un giornale è fotografare la realtà e su di essa esprimere eventualmente la propria opinione e non viceversa. Non è responsabilità del cronista se la realtà è sgradevole (vedi la cronaca delle sedute dei consigli comunali!). E quando la descriviamo hanno l’impudenza di dolersene con noi ma non la umiltà di pentirsene o di una qualche autocritica. Il difetto di cultura civica ben si sposa, sempre, con una dose eccessiva di arroganza. Ci chiedono, insomma, di metterci al loro servizio e di tradire i nostri lettori. Incredibile!
Ma non basta! Ci accade spesso non solo di essere cronisti ma di far conoscere la nostra opinione. La reazione dei sedicenti politici è ancor più primitiva. Non concepiscono che qualcuno possa nutrire una opinione diversa dalla loro e quando accade se ne meravigliano e reagiscono ferocemente. Non lo fanno in mala fede, sono autentici! Nostalgici della censura e dell’imprimatur. Di qualcuno ne abbiamo sperimentato la vocazione e l’attitudine. Se ne avessero il potere ripristinerebbero la gogna.
Questa aggressione non è riservata solo a noi come leggiamo frequentemente sui social ma a chiunque osi scrivere e parlare senza padroni. La mancanza di educazione civica ha ridotto la vita politica locale ad una continua e sterile polemica tra individui privi di identità, simili sia se stanno provvisoriamente a sinistra sia se stanno a destra ma ristretti nel piccolo recinto del Consiglio comunale scambiato per il Colosseo.
Tornando all’argomento.
Egregi signori risparmiate il vostro tempo e i vostri sforzi.ne va di mezzo la salute fisica e psichica. In tutti questi anni, gli insulti, le calunnie, i dileggi, le menzogne le minacce non ci hanno piegato ma semmai rafforzati nella nostra libertà di giudizio e nella indipendenza del nostro lavoro.
Fatevene una ragione, rassegnatevi e attenti alla salute.