La biblioteca Mos. V. Morra oggetto di un restyling davvero cool. L’opera di street art di Daniele Geniale il progetto Stharlab
Nei giorni più torridi di un’estate fin troppo rovente (anche per motivi non strettamente metereologici) s’è respirata una provvidenziale boccata d’aria fresca.
La nuova Biblioteca Comunale Mons. V. Morra è stata oggetto di un progetto artistico di street art che io trovo particolarmente gradevole. Sulle pareti esterne dell’edificio di via Aspromonte il writer e street artist Daniele Geniale ha dipinto una enorme libreria, con scaffali colmi di libri variopinti, rappresentanti alcuni dei titoli che gli utenti della biblioteca possono trovare all’interno della struttura.
Il dipinto è visibile anche dal prospetto della piazzetta Di Pillo, percorrendo via Marconi, e regala uno scorcio dal sapore urban a un angolo di Trinitapoli che risulta particolarmente valorizzato dall’intervento.
L’opera, interamente finanziata dalla Regione Puglia e a costo zero per il Comune di Trinitapoli, è stata realizzata grazie al bando Stharlab vinto dall’amministrazione comunale e volto a valorizzare attraverso rappresentazioni artistiche di strada le opere a vocazione culturale del territorio di riferimento. La stessa sarà completata con la rappresentazione grafica di un QR code attraverso cui chiunque in possesso di uno smartphone dall’esterno, semplicemente inquadrandolo, potrà scaricare sul dispositivo il testo dell’opera prescelta.
Biblioteca più disponibile
L’idea creativa di per sé è molto semplice, eppure di forte capacità evocativa. Per quelli come me che amano i libri anche per la loro oggettività fisica, quale vera e propria materia di desiderio. Non solo per ciò che contengono ma anche per le vibrazioni che emanano quali manufatti sensibili. Per l’odore delle pagine e della rilegatura, per la gratificazione tattile nel sorreggerli durante la lettura, per l’appagamento visivo nel vederli accatastati l’uno sull’altro o appoggiati allo scaffale della libreria, l’opera appena realizzata ha molto senso.
Esponendo ai passanti i tesori delle sue viscere, la biblioteca perde un po’ di quell’aria severa, elegante e un po’ altera che aveva fino a ieri (un po’ troppo palestra, diciamo), per assumere un aspetto più sbarazzino e disponibile. Il passante è incuriosito e invogliato ad avvicinarsi alla biblioteca per scoprire quali titoli potrà trovarvi, leggere e magari prendere in prestito.
E nel farlo è costretto a calpestare i vialetti della piazzetta e la scalinata esterna della biblioteca, così sottraendo i luoghi alla frequentazione esclusiva dei padroni di cani e di giovani automunitisi di bibite gassate al self-service. Magari, tra un uno junk food e una bevanda ipercalorica, ai ragazzi verrà in mente di scorrere i titoli dipinti sulle pareti della biblioteca e ne saranno incuriositi.
La cultura è una pianta delicata
Il mio parere è che si tratti di un’operazione ben riuscita ma che, come tutte le iniziative di carattere culturale, vada inserita in un contesto e una visione di ampia portata e di spirito continuativo. La cultura è una pianta delicata e stizzosa: va innaffiata regolarmente e trattata con le giuste cautele. Soprattutto, la cultura è una semenza che deve germogliare grazie a tutta la comunità di cittadini, e non solo grazie a una parte di essi.
Per troppi anni le più disparate e meritevoli iniziative culturali sono state lasciate agli sforzi di alcuni meritevoli privati e associazioni, senza che la parte pubblica si sentisse in dovere di partecipare allo sforzo, quasi che l’ambito culturale fosse estraneo agli obblighi di un’amministrazione virtuosa. La politica deve occuparsi degli affari, la cultura è roba per radical chic. Questa nuova attenzione dell’amministrazione comunale per lo sviluppo culturale del paese mi sembra un buon segnale di inversione di tendenza.
Le meraviglie della letteratura
L’opera murale della biblioteca Mons. V. Morra deve essere vissuta come un primo passo d’avvicinamento della popolazione alle meraviglie della letteratura e della cultura in generale. Così come può e deve costituire un primo segnale di rivalutazione dei rapporti, sempre un po’ spigolosi, tra politica e mondo culturale.
Non è un mistero, e l’ho già scritto altre volte, che ciò che serve a Trinitapoli è una rivoluzione culturale. Sugli scaffali virtuali dipinti da Daniele Geniale voglio leggere la volontà di creare una comunità culturale dialogante, non ghettizzata, operativa, produttiva, integrata, attenta, ecumenica, democratica. E, perché no, anche adeguatamente finanziata.