È ormai tradizione organizzare la lettura di poesie in “casalino” in una serata di agosto sotto le stelle in onore e per il piacere dei “forestieri”, emigrati al nord e all’estero, che numerosi tornano nel loro paese di origine ogni anno.
Il poeta Peppino Lupo era uno degli animatori di queste serate, presentate usualmente dal “viaggiator cortese”, un tempo anch’egli emigrante, Peppino Beltotto. Insieme hanno regalato al pubblico presente le emozioni che suscita la lingua dei padri, con tutti i ricordi di una infanzia trascorsa “in strada”, il luogo dove si giocava a pallone, si scambiavano “carte di pepe”, manciate di sale, panierini di frutta e tante altre cortesie e chiacchiere con le “commare” di vicino, il luogo che diventava di sera il salotto “buono” di casa con i grandi cerchi di amici seduti sui marciapiedi a scherzare e commentare i fatti del giorno, pronti ad offrire ai passanti un’orzata fresca di pozzo.
Peppino Lupo aveva fotografato nelle sue poesie questa felicità antica di un popolo semplice e solidale e le sue liriche e quelle di Pierino Labianca, Peppino Dell’Ernia, Peppino Filipponio e Grazia Stella Elia riuscivano ancora a commuovere chi le ascoltava recitare dai “fini dicitori” in lingua casalina Giacomo Capodivento, Pierino Di Leo e Pietro Maggio.
La popolarità di questo evento estivo arrivò sino a Sesto San Giovanni dove i molti trinitapolesi residenti in quella città e nei paesi nell’hinterland milanese richiesero a gran voce una serata tutta per loro. Nel 2014, il parroco Don Peppino Pavone, il sindaco Francesco di Feo, il vice sindaco Andrea Minervino, il sassofonista Michele Di Biase, Peppino Lupo e Peppino Beltotto furono invitati ufficialmente in una delle sale comunali della città lombarda a leggere poesie in vernacolo e ad ascoltare musica in una fredda serata di dicembre che terminò con le cartellate, i bocconotti e il vino della cantina sociale di Trinitapoli.
Quest’anno c’è un assente illustre dal quale non abbiamo voluto, però, accettare alcuna scusa. L’11 agosto, alle 20:30, ruberemo per qualche ora dalla sua nuvola Peppino Lupo, lo faremo sedere fra di noi, nel giardino della parrocchia BMV di Loreto, per ascoltare le sue poesie musicate da un compositore di musica popolare e cantate dai “tre fini dicitori” diretti dai Maestri Mariella Colantuono, Michele Di Biase e Vincenzo De Nitto.
Gli abbiamo riservato anche una grande sorpresa. Finalmente vedrà realizzato il suo desiderio di istituire un premio di poesia dialettale aperto ai cittadini piccoli e grandi del paese. Già alcuni candidati hanno presentato le loro liriche e speriamo che per il prossimo anno si presentino in numero maggiore. Il Centro di Lettura GlobeGlotter proporrà alla scuola elementare Don Milani, dove ha insegnato per 40 anni, di diventare la location ufficiale della cerimonia di premiazione delle poesie dialettali vincenti.
Forse Peppino non sa ancora che si intende dare il suo nome ad un’aula della sua amatissima scuola. Glielo faremo sapere mentre ascolta la sua musica preferita dalla voce straordinaria della soprano Carmen Lopez accompagnata dal chitarrista Marco Corcella. Siamo tutti convinti che sarà molto felice di apprendere che noi non abbiamo mai creduto alla sua morte e che continueremo per anni a recitare le sue poesie in ogni occasione triste e allegra della vita. Ci serviremo dei suoi versi.
Il postino di Pablo Neruda sosteneva convinto che “la poesia non è di chi la scrive ma di chi gli serve”. Quante persone, infatti, penseranno al suo “scappuccio” per trovare un po’di erba verde in un periodo arido della loro esistenza? Tante, tantissime, perché la poesia è spesso una medicina efficace per l’anima. Così come i taralli, un pezzo di pane cotto al forno a legna con su una croce d’olio di frantoio e un buon bicchiere di vino rosso sono una delizia per lo stomaco.
Peppino Lupo brinderà con tutti i suoi amici domenica 11 agosto e se alzerà un po’ il gomito lo lasceremo fare, perché diceva sorridendo, tra le spirali di fumo della sua pipa, che il vino fa cantare anche gli stonati con una voce dolcissima.
E canteremo tutti insieme a lui.
ANTONIETTA D’INTRONO