I cittadini che in questi giorni e ancora oggi e domani vedremo per strada sono quelli che si recano in tutti i luoghi in cui è necessario andare per la sopravvivenza, sia pure in questi tempi difficili. Si va al lavoro, dentro e fuori il proprio paese, si va alle farmacie, si va ad approvigionarsi per esigenze alimentari, si va al tabaccaio, si va all’edicola, si va ai ferramenta, si va ai meccanici, si va ai negozi di telefonia mobile, si va alle banche, si va alle assicurazioni, si va all’ufficio postale.
Si va insomma in tutti i luoghi in cui era, è e sarà sempre consentito recarsi perchè la comunità umana deve sopravvivere durante e dopo l’epidemia. Additare ogni concittadino che si muove a piedi, in bicicletta o con l’automobile per soddisfare i propri bisogni essenziali come degli incoscienti irresponsabili è questa volta sì da irresponsabili. Chi fa ciò, in malafede o per ignoranza, turba colpevolmente gli animi dei cittadini già tanto provati dalla crisi economica e sanitaria.
Oggi sono andata a comprare i giornali ed ho percorso un lungo tratto di strada per aver trovato ogni edicola chiusa. Percorrevo da sola strade completamente deserte con il timore di incontrare qualche fanatico che vede in ogni passante un diffusore di contagio. Se fosse accaduto sarei stata fortunata se mi avesse semplicemente evitata perchè, per il clima che questi incoscienti stanno creando, poteva accadere di ricevere insulti se non addirittura percosse. Facilmente valicabile è il confine tra l’insulto verbale e il ricorso alle vie di fatto, soprattutto a Trinitapoli dove opera una formidabile regia per diffondere panico e suscitare isterismi.