La Corte dei Conti, dopo aver esaminato i bilanci del comune che vanno dal 2012 al 2017, ha riscontrato una serie di criticità, sintomo di un’amministrazione spericolata intesa a scaricare sugli amministratori futuri i problemi di oggi.
Con fuochi di artificio e squilli di tromba i magnifici due si sono sempre vantati di avere scongiurato il dissesto finanziario del Comune, anche quando a novembre scorso scoprirono che la Corte dei Conti aveva riaperto l’indagine sui bilanci del Comune dal 2012 al 2017 riservandosi di esaminare in seguito quelli del 2018 e del 2019.
Con delibera n.5 del 2020 la Corte confessa che “l’analisi della relazione sui rendiconti di gestione 2012, 2013,2014, 2015, 2016 e 2017 ha reso necessaria una istruttoria avente ad oggetto criticità non esaminate in precedenza nell’ambito della verifica al piano di rientro”. Dopo questa onesta autocritica la Corte “dichiara che costituiscono violazione di norma finalizzata a garantire la regolarità della gestione finanziaria oppure irregolarità o situazione suscettibile di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’Ente” le criticità che seguono.
1) “Mancato rispetto negli anni 2012/13/14 del limite di indebitamento”. In altre parole l’amministrazione ha fatto più debiti del consentito. Della serie “come vivere allegramente”.
2) “Errata determinazione del Fondo Crediti di dubbia esigibilità e conseguentemente del risultato di amministrazione (totale parte disponibile) al 31/12/2015, al 31/12/2016 e 31/12/2017.” In altre parole Per amor di verità mentiva anche l’assessora Nicoletta Ortix, predecessore di Losapio, in relazione agli avanzi di amministrazione precedenti. Costretta ad un riaccertamento straordinario dovette ammettere un disavanzo di euro 1.860.704,27. Per ripianare il buco addossò al bilancio comunale una rata annuale costante di euro 62.023,48 per ben 30 anni e cioè dall’anno 2015 all’anno 2044.
3) “Mancata costituzione di un fondo contenzioso per gli esercizi 2015/16/17”. I nostri amministratori, pur consapevoli di avere un contenzioso milionario non hanno accantonato un’adeguata somma per una eventuale soccombenza così come la legge stabilisce. Insomma una gestione spericolata intesa a scaricare sui futuri amministratori i problemi di oggi.
4) “Scarso recupero dell’evasione tributaria (ICI IMU TARSU TARI) e delle sanzioni per violazione del codice della strada”. La Corte contesta che negli anni 2015/16/17 gli amministratori ben poco hanno fatto per combattere l’evasione tributaria che a Trinitapoli oscilla dal 50% al 75% dell’accertato con le gravi conseguenze sulle entrate comunali che è facile immaginare.
5) “La società partecipata SIA S.R.L.” La Corte rileva che la società ha realizzato nel 2015 e nel 2017 una perdita di esercizio rispettivamente di euro 2.537.310 e di euro 3.846.844. Nella ordinanza si legge che è stato chiesto al Comune se ha dovuto finanziare la perdita. Il Comune ha dichiarato che allo stato attuale, non ha dovuto finanziare le perdite della società (a cui partecipa con una quota dell’11%) e che pende contenzioso tra le parti. Una aggrovigliata matassa giudiziaria inventata dal sindaco di Feo per neutralizzare un credito di circa un milione di euro vantato dalla società SIA. Questa ritiene che il comune di Trinitapoli incassava dai casalini la tassa sulla nettezza urbana ma non versava il corrispettivo dei servizi ricevuti. Causa non ultima del dissesto della società su cui prossimamente informeremo i cittadini.
La riapertura della istruttoria sulla attività finanziaria del comune avvenuta il 31 luglio 2019 è stata tenuta ben nascosta alla opinione pubblica e ai consiglieri comunali sino a quando la Corte quest’anno non ha disposto che ne venissero informati anche i consiglieri. Alla congiura del silenzio, mantenuto sino all’ultimo giorno utile, ha partecipato, dispiace dirlo, anche la dott.ssa Maria Rosaria Marrone, responsabile del settore. La ricordavamo più rispettosa del ruolo di impiegato pubblico. Evidentemente subisce l’influenza del contesto in cui è costretta a vivere.
Il 29 maggio scorso, si è finalmente riunito il consiglio comunale per prendere atto delle contestazioni e per la adozione dei provvedimenti per rimettere ordine nei conti pubblici. La consigliera Tarantino ha subito contestato che il riallineamento dei conti si fermasse al 31 dicembre 2017, mentre doveva ricomprendere anche il consuntivo 2018 già approvato e quello 2019 di prossima approvazione. In tal modo si sarebbe avuto una contabilità veritiera da cui ripartire.
La richiesta fu respinta perché avrebbe posto fine al gioco a rimpiattino che di Feo sta praticando con la Corte dei Conti dal 2012 e avrebbe svelato le falsità contenute anche negli ultimi due bilanci. La consigliera aggiungeva che del tutto irrisoria e non credibile era la ricostruzione del fondo per il contenzioso. Per quanto riguardava, inoltre, l’addebito dello scarso contrasto alla evasione tributaria, la consigliera denunciava come questo problema venisse sfacciatamente strumentalizzato dal sindaco per affidare in appalto ad una ditta con sede legale a Malta l’assunzione di tre unità lavorative che con un software avrebbero dovuto lavorare a supporto dell’ufficio tributi per 6 anni.
Spesa prevista in gara: euro 160.000 l’anno per un costo complessivo di euro 951.000. Una spesa fissa per un risultato incerto e certamente negativo per quest’anno. La ditta non risponde dell’abbattimento dell’evasione essendo obbligata soltanto a fornire manodopera su cui lucrare un profitto per 6 anni. Un’operazione anche a rischio parentopoli: io ti do l’appalto e tu assumi…. A voi lettori completare la frase.