Qualche giorno fa il sindaco Francesco di Feo, avuta notizia che un fuoco era stato acceso da qualche parte, abbandona per un attimo l’evento in corso presso gli ipogei per improvvisare l’ennesima sceneggiata senza costrutto alcuno. Esordisce con un video svelando il sospetto che in città ogni sera, in occasione di eventi si aggiri qualcuno per disturbare le serate dei cittadini appiccando incendi e diffondendo miasmi puzzolenti che rendono l’aria irrespirabile e carica di diossina… tanto che nessuno ha abbandonato l’evento.
Presentarsi come vittima e diffondere sospetti indiscriminati è uno dei pezzi forti del suo repertorio. Continua mostrando una determinazione che francamente suscita uno spontaneo sorriso. Informa che ha interessato la polizia locale che “interviene a qualsiasi ora”, e che sarebbero subito intervenuti a spegnere le fiamme (!?), il presidente della Provincia, i sindaci dei comuni viciniori, gli organi competenti della Regione Puglia perché facciano squadra dimenticando che il sindaco è l’unico responsabile di quello che accade nel territorio comunale e non certo il Presidente della Provincia o della Regione.
E dopo avere steso al tappeto gli sconosciuti autori dei furti con un duro K.O., “delinquenti, meschini e vigliacchi” si sposta sul fronte degli agricoltori responsabili anch’essi di quanto accade perché forniscono la materia prima per i fuochi, i famosi “tubicini” di plastica usati per irrigare le colture.
Insulta gli agricoltori che dovrebbero vergognarsi perché con l’abbandono dei tubicini alla mercé dei piromani avvelenano il nostro cibo. Ripete perentoriamente che “non ci fermeremo, sorveglieremo, puniremo con multe salatissime”, sia gli agricoltori sia i piromani suscitando i commenti favorevoli di chi crede, come il sindaco, che i problemi si risolvano imprecando e non studiandoli e adottando misure concrete. E ormai noto a tutti ch’egli preferisce il dire al fare.
La pagina FB di propaganda istituzionale rincara la dose parlando di una vera emergenza ambientale al punto da indurre un consigliere comunale a prevedere un fosco futuro in cui “piangeremo i nostri cari, figli e nipoti morti per cancro e leucemia a causa dell’avvelenamento di queste sere”!
La pagina di propaganda non può che ripetere genericamente che “il sindaco sta disponendo su più fronti ogni attività conoscitiva e ispettiva, coordinandosi con tutte le forze del territorio per porre fine una volta per tutte a comportamenti incivili”. “E quali sarebbero le misure di sorveglianza?” – commenta una stizzita e attenta lettrice.
Non manca chi ritenendosi un esperto in medicina e non solo commenta perentoriamente che si tratta di fumi tossici, che è in pericolo la salute pubblica, che ci ammaleremo presto, parecchi affermano che l’aria è irrespirabile e qualcuno non riesce a dormire la notte. Un commentatore testimonia che vicino a casa sua spesso vengono bruciati mobili, legnami materassi ed elettrodomestici. Un altro testimone oculare informa che nella foto alle spalle del sindaco appare “un fuoco che il 6 agosto alle ore 11,40 venne appiccato da ignoti ad assi di legno, apparentemente mobilio, ammucchiato nelle vicinanze del cimitero di Margherita di Savoia”.
Scopriamo così che il sindaco di Trinitapoli, pur di aggravare le dimensioni del fenomeno, suscitare paure nell’animo dei cittadini a cui si offre come vendicatore e giustificare il disinvolto uso della parola emergenza ambientale, non esita a spacciare come avvenuto nel nostro territorio un incendio avvenuto a Margherita di Savoia. La foto ci fornisce anche la pochezza dell’incendio al punto che il commentatore confessa che non chiamò i vigili del fuoco perché valutò che il fuoco si sarebbe spento in breve tempo.
Prendiamo atto della spregiudicatezza del sindaco che per accreditare una falsità non esita a metterci la faccia. Non mancano i commenti di chi accontentandosi di parole vuote loda il sindaco a prescindere. Con questi non vale la pena di discutere. Esaurita la critica teatrale e la disamina delle reazioni degli spettatori torniamo al problema. Riteniamo utile informare il sindaco e i lettori che ben più numerosi sono i rifiuti che assediano la nostra città, non si tratta solo dei tubicini.
Sono rifiuti urbani la plastica, il vetro, i metalli, il legno, la carta e il cartone, gli imballaggi, i rifiuti organici, i rifiuti di apparecchiature elettriche ,pile e accumulatori, i rifiuti ingombranti compreso mobilio, materassi, elettrodomestici, i rifiuti presenti sulle strade o frutto dello spazzamento e dello svuotamento dei cestini portarifiuti, i rifiuti prodotti dalla manutenzione del verde pubblico (foglie, sfalci d’erba e potature degli alberi) oltre ai rifiuti prodotti dai mercati, i rifiuti provenienti dalle aree cimiteriali, esumazioni ed estumulazioni. Elenco desunto dalla normativa in vigore.
Posso assicurare i lettori per esperienza acquisita con il mio girovagare che intorno alla città sono presenti gran parte dei rifiuti sopra elencati. Esigua è la presenza dei malfamati tubicini di plastica. Rilevante è invece, la presenza di erbacce e di arbusti secchi che da soli in caso di incendio creerebbero una cintura di fuoco intorno alla città. E il sindaco, invece, parla solo di tubicini e di agricoltori ritenendoli un pretesto sufficiente per le sue sceneggiate contro il nemico di turno da additare alla rabbia dei cittadini già aizzati con i suoi video e l’aiuto del sito di propaganda del Comune. Tattiche già sperimentate per distrarre l’attenzione dei cittadini dalle sue responsabilità.
Ma restiamo alla sua propaganda contro gli agricoltori. Informiamo il sindaco che le imprese agricole non hanno solo il problema dello smaltimento dei tubicini.
Gli scarti agricoli prodotti dalle imprese agricole sono rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. La normativa ci spiega che sono rifiuti agricoli pericolosi i contenitori di prodotti chimici, farmaci e fertilizzanti, gli oli esausti da motori, freni, trasmissioni idrauliche, le batterie esauste, veicoli e macchine da rottamare, filtri dell’olio, fitofarmaci non più utilizzabili, farmaci ad uso zootecnico scaduti o inutilizzabili.
Sono rifiuti agricoli non pericolosi principalmente gli scarti vegetali, le materie plastiche (nylon di pacciamatura, tubi in Pvc per irrigazione, manichette, teloni, serre), imballaggi di carta, cartone, plastica, legno e metalli sacchi di sementi -concimi – mangimi, cassette frutta, oli vegetali esausti, contenitori florovivaismo, fanghi di sedimentazione e affluenti di allevamento, pneumatici usati.
Il problema dello smaltimento dei rifiuti agricoli è molto più complesso di quanto a conoscenza del sindaco e non si riduce allo smaltimento dei tubicini. Un commentatore ha consigliato agli agricoltori di rivolgersi a ditte abilitate per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti speciali quali sono i rifiuti agricoli. Io penso che si debba imitare i comuni virtuosi che hanno già affrontato il problema adottando soluzioni che facciano perno su un intervento pubblico con convenzioni. Ne parleremo in una prossima occasione.
Spiace prendere atto che il sindaco di Feo ha trascurato il problema per un decennio e anziché chiedere scusa ai cittadini per il suo ennesimo fallimento con grande faccia tosta preferisce scaricarlo su di loro e insultare gli agricoltori additati alla pubblica opinione come gente incivile. Uno di essi ha chiesto al sindaco “dove dobbiamo smaltirli?” il sindaco non risponde ma promette ferro e fuoco contro di loro. Se avessi qualche anno di meno avrei organizzato una protesta di tutti gli agricoltori invitandoli a portare i rifiuti agricoli non pericolosi a piazza municipio e a consegnarli a lui affinché li smaltisse lui e cessasse di schiamazzare a vuoto.
Si ricordi che ai cittadini spetta parlare e agli amministratori spetta fare.