La responsabilità del fallimento della SIA e del licenziamento dei lavoratori. La fuga dell’ex sindaco Francesco di Feo. I danni per il bilancio comunale, per i cittadini e per i lavoratori. Il contenzioso.
Di recente e ancora una volta l’ex sindaco Francesco di Feo esaltando i circa 10 anni in cui ha amministrato il comune dichiara di riproporsi, nonostante la grave responsabilità nello scioglimento del consiglio comunale, perché avrebbe affrontato le sfide del dissesto finanziario, della emergenza rifiuti e della pandemia da Covid 19. Niente di più falso! Sul primo punto, nel numero scorso di questo giornale abbiamo intervistato Ruggiero Di Gennaro, sindaco all’epoca dei fatti, il quale ha escluso categoricamente che fosse mai stato dichiarato il dissesto del nostro comune. Il consiglio comunale che ne ha la competenza esclusiva non lo ha mai deliberato e se lo avesse fatto di Feo avrebbe esibito e sventolato la relativa deliberazione che, ripeto, non esiste. Di Gennaro ha pure spiegato l’origine di questa grossolana millanteria con la confusione che di Feo fa tra dissesto e conseguenze della applicazione delle regole sopraggiunte della cosiddetta “Austerità”. Per chi volesse approfondire si rimanda al numero di febbraio. In questo inserto esamineremo il ruolo che l’ex sindaco Francesco di Feo ha avuto nel fallimento della SIA e nel licenziamento di oltre 300 lavoratori, inclusi i 22 lavoratori di Trinitapoli.
*Assemblea dei sindaci del 28 settembre 2017. L’inizio della crisi della SIA. Le false promesse di F. di Feo di pagare alla società i debiti del Comune.
Il 28 settembre 2017 il presidente del Consorzio SIA, avvocato Franco Metta, sindaco del comune di Cerignola, informa gli 8 sindaci del Consorzio che la perdita di esercizio della società SIA s.r.l. nel primo semestre dell’anno 2017 era stata di 1 milione e seicentomila euro a fronte di un capitale sociale di 2 milioni. Tranquillizza i presenti perché la continuità aziendale della SIA poteva essere garantita dalla sottoscrizione, da parte dei comuni consorziati, dei nuovi contratti di fornitura dei servizi più adeguati ai maggiori costi sostenuti dalla società e con il pagamento da parte dei comuni di San Ferdinando di P. e di Trinitapoli dei debiti nei confronti della società rispettivamente di euro 1 milione e duecentomila e di 800.000 per arretrati. Il sindaco di Feo presente all’assemblea assicura, mentendo, di volere continuare a far parte del consorzio e promette che avrebbe corrisposto alla società i maggiori costi sostenuti per la fornitura dei servizi ecologici. Promesse mai mantenute, nonostante la consapevolezza della gravità della situazione economica in cui la società SIA versava. Inutili si riveleranno le numerose riunioni per indurre il sindaco di Trinitapoli ad assumersi concretamente le sue responsabilità nonostante una riduzione del debito da 800.000 euro a 650.000 euro in via transattiva. Il sindaco di Feo non solo non firmò la transazione ma non estinse mai il debito aggravando la crisi della Società.
*Assemblea del 27 febbraio 2018. Le dimissioni dell’avv. Franco Metta presidente del Consorzio per l’ostruzionismo e le false promesse dell’ex sindaco di Feo.
Durante l’assemblea l’avv. Metta, a fronte dei continui voltafaccia del sindaco di Trinitapoli, delle promesse non mantenute, del mancato versamento delle somme per maggiori costi dichiara di dimettersi dalla carica di Presidente condizionando la revoca ad un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i comuni del Consorzio. Interpellati singolarmente, i sindaci di Stornara, Stornarella, Ortanova, Ordona e Margherita di Savoia dichiararono di avere già aderito al nuovo contratto di servizio e di avere deliberato un piano di rientro della debitoria nei confronti della SIA s.r.l., già in esecuzione così come aveva già fatto il Comune di Cerignola dando il buon esempio.
L’ex sindaco di Trinitapoli, mentendo ancora una volta, dichiara che la somma di euro 650.000 a titolo di transazione è esigibile e che il comune ha deliberato di estinguere il debito in 5 anni. Dichiarazioni ben presto rinnegate perché il nuovo contratto non fu mai sottoscritto né estinto il debito di 650.000 euro. Il Presidente Metta rimprovera severamente i presenti: “non è più sopportabile che alcuni dei rappresentanti dei comuni continuino a lamentarsi che i servizi non sarebbero adeguati, nonostante la candida ammissione della misura sottostimata dell’impegno economico connesso a tali contratti mentre di fatto i rifiuti che vengono raccolti in alcuni dei comuni (n.d.r. Trinitapoli, San Ferdinando) sono coperti dai nuovi contratti già sottoscritti dal comune di Cerignola e da pochi altri”.
Il Presidente rimprovera i sindaci dei comuni consorziati “perché ragionano da clienti lasciando da solo il presidente a ragionare da proprietario e invece il presidente non è l’unico proprietario di SIA. Lo sono anche gli altri sindaci (…) è giunto il tempo che tutti, non solo il presidente affrontino e risolvano le criticità”. Continua ricordando all’ex sindaco di Feo ed agli altri “che i sindaci sono stati eletti dalle comunità perché devono dimostrare di avere la capacità per affrontare le difficoltà e assumere decisioni, anche impopolari, se operate nell’interesse degli stessi cittadini (…)”. Infine la assemblea dei sindaci all’unanimità (con il voto favorevole anche di F. di Feo) delibera “di prendere atto che i sindaci presenti si impegnano a verificare che gli uffici comunali provvedano al pagamento di quanto dovuto alla SIA, nonché del rateo del piano di rientro della debitoria pregressa; di prendere atto che i comuni del Consorzio (compreso Trinitapoli) si sono impegnati a sottoscrivere i nuovi contratti al più presto e comunque entro il 10 Marzo prossimo”.
*Ancora del voltafaccia del sindaco e l’aggravamento della crisi della SIA.
L’ex sindaco di Feo, invece, si dimostrò ancora una volta inaffidabile perché, ripetiamo, non solo non firmò i nuovi contratti più adeguati ai maggiori costi ma neanche pagò i debiti; tale cinico voltafaccia determinò un aggravamento della crisi della società con gravi ripercussioni sulla adeguatezza dei servizi che di Feo si accingeva a sfruttare come pretesto per disertare dalla SIA. Insomma ancora una volta bugiardo. Mentre nelle assemblee dei sindaci prometteva di contribuire alla salvezza della SIA s.r.l. fuori cercava l’adesione dei nuovi sindaci di San Ferdinando e di Margherita di Savoia per uscire insieme dal Consorzio SIA, costituire un nuovo ARO (Ambito di Raccolta Ottimale) e diventarne Presidente! La strategia di Francesco di Feo, però, non sfuggiva né agli altri sindaci del Consorzio né al Presidente avv. Franco Metta.
*Assemblea del 15 marzo 2018. La proposta dell’allontanamento dal Consorzio del Comune di Trinitapoli e del Comune di San Ferdinando. L’atto di accusa del Presidente avv. F. Metta verso i sindaci di Feo e Puttilli per gravi inadempienze.
Scaduto il termine del 10 Marzo per verificare il rispetto degli impegni assunti venne convocata ancora una volta l’assemblea dei sindaci per il 15 Marzo 2018. Constatato che il comune di Trinitapoli e di San Ferdinando, a differenza degli altri comuni, non avevano sottoscritto i nuovi contratti né versato alla SIA le rate del debito, Il presidente rivela di avere saputo che il Sindaco di Feo e il sindaco di San Ferdinando addirittura il giorno successivo all’ultima assemblea si erano recati in Regione per “manifestare la volontà di uscire dal Consorzio e affidare il servizio di gestione dei rifiuti ad una società privata”.
A questo punto il Presidente propose alla assemblea di escludere dal Consorzio i due comuni “che con i loro comportamenti e le loro decisioni, negli ultimi due anni hanno reso impossibile la vita del Consorzio e della SIA srl. generando una moltitudine di cause, di ricorsi, di ordinanze, di diffide, di decisioni prese e poi tradite, di verbali e accordi sottoscritti dai reciproci avvocati, dal sindaco e dal presidente del Consorzio, immediatamente ignorati il giorno dopo (…).
Aggiunge: “Il Presidente non può tuttavia fare a meno di chiedersi come sarebbe possibile per questi due comuni, che si dichiarano non in grado di corrispondere alla SIA s.r.l. quanto dovuto, pagare una società privata per svolgere lo stesso servizio di SIA, considerato che notoriamente una azienda privata deve avere un margine di utile?” Il presidente conclude che se i comuni di Trinitapoli e San Ferdinando persisteranno nell’intento di abbandonare il Consorzio sarà inevitabile licenziare una quota di dipendenti. Avvertimento inutile perché i tre transfughi avevano già deciso di scappare dalla SIA indifferenti alla sorte dei lavoratori e agli interessi delle popolazioni amministrate.
Intervenne anche il rappresentante provinciale Cgil, Michele Corsino, il quale ribadì che “a tutela del lavoro di trecento dipendenti e della salvaguardia delle rispettive famiglie è necessario l’intervento sostitutivo della Regione nei confronti dei due comuni, perché non si può continuare ad utilizzare la questione della qualità dei servizi per non pagare i contratti, se l’azienda non ha i soldi per comprare il gasolio che serve per far girare i mezzi, per comprare guanti e mascherine ai lavoratori e così via?” L’assemblea si conclude alla unanimità con la inevitabile decisione di licenziare i lavora tori di Trinitapoli e di San Ferdinando se questi comuni non rispetteranno gli impegni più volte assunti e subito smentiti. (dal verbale di assemblea del 15 marzo 2018).
E così avvenne! Il 30 luglio 2018 gli ex sindaci di Feo, Puttilli e Marrano durante l’assemblea del Consorzio, ponendo fine al doppio gioco da troppo tempo praticato a danno della SIA e delle loro comunità, dichiararono di non credere nella continuità aziendale della società, chiesero la risoluzione del contratto e confessarono la volontà ciascuno di affidare ad altre ditte il servizio, vero obiettivo a lungo agognato come meglio si capirà oltre. Fu l’inizio della fine della SIA s.r.l.. Numerosi furono i tentativi dei sindaci degli altri comuni di salvarla. Il 21 settembre 2020 il Tribunale di Foggia ne dichiarò il fallimento e circa 250 lavoratori furono licenziati così come era già avvenuto per i lavoratori di Trinitapoli, di San Ferdinando e Margheritadi Savoia.
*Che cosa accadeva nel frattempo a Trinitapoli? La strumentalizzazione della emergenza rifiuti: a) la violazione delle leggi sugli appalti, b) il licenziamento dei dipendenti SIA di Trinitapoli, di San Ferdinando, di Margherita di Savoia, c) la sospensione degli stipendi, d) il passaggio dei lavoratori da SIA alla Società RIS in virtù dell’art.6 del C.C.N.L. del settore.
Fuggito dalla SIA, privato dei servizi, sfruttando una situazione di emergenza da lui creata, il sindaco si rivolse ad un operatore economico locale del tutto estraneo al mondo dell’igiene ambientale e gli conferì direttamente l’incarico di sostituire la SIA evitando tenacemente di indire una gara. L’incarico diretto per 105.000 euro mensili più IVA fu prorogato varie volte e per circa 2 anni spendendo 3 milioni e 700.000 euro.
*La relazione della Prefettura della BAT al Ministro dell’interno sull’affidamento senza gara del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. L’attentato incendiario dei mezzi della Teknoservice e dell’autovettura del dirigente comunale dei servizi ecologici.
La relazione della Prefettura dedica molto spazio a questa vicenda. “In merito al settore degli appalti l’organo di indagine ha focalizzato l’attenzione sull’affidamento del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti ad una società di Trinitapoli, società nata per effettuare lavori in edilizia e che solo negli ultimi anni ha integrato le proprie attività con quelle relative alla ecologia e all’ambiente (…) in merito è stata efficacemente evidenziata dalla Commissione l’evidente anomalia della mancanza di un contratto, con l’ulteriore conseguenza di eludere le verifiche e/o richieste di certificazione anti mafia, a fronte di un affidamento durato complessivamente più di due anni e di un valore superiore ai tre milioni di euro! (…) Come altrettanto significativa è stata ritenuta dalla commissione la circostanza che 4 mezzi (tra cui due compattatori) e l’annerimento di altri 7 mezzi della Teknoservice, risultata affidataria del servizio a seguito della gara di appalto, siano stati danneggiati da un incendio pochi giorni dopo l’avvio dell’attività”.
Altrettanto significativa è stato ritenuto anche l’incendio doloso della autovettura del dirigente dell’ufficio tecnico comunale avvenuto quasi contemporaneamente. La relazione, infine, “evidenzia che approfondimenti aggiuntivi effettuati in sede accertativa dalla Commissione hanno messo in risalto numerosi affidamenti diretti, da parte del Comune di Trinitapoli alla locale società anche dopo che il servizio per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani era stato aggiudicato alla società Teknoservice”.
La relazione specifica anche “che attraverso diverse delibere dirigenziali sono stati affidati in via diretta svariati interventi di manutenzione di strade, verde pubblico, prevenzione incendi e messa in sicurezza di manufatti di proprietà comunale, nonché lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di strade interne all’abitato”. “Quanto emerso in merito all’affidamento del servizio in argomento alla società di Trinitapoli è apparso all’Organo di indagine sintomatico per un verso dell’interesse della criminalità organizzata per il servizio in questione e per l’altro del condizionamento e forse anche della complicità da parte del Comune, comunque incapace, anche in questa circostanza di effettuare scelte amministrative imparziali e scevre da soggezione nei confronti della mafia presente nel centro casalino”.
*Le ripercussioni sulla vita dei lavoratori e il contenzioso con il Comune.
Dopo la diserzione dei tre sindaci, l’amministratore della SIA a settembre 2018 fu costretto a licenziare 22 lavoratori di Trinitapoli, 22 lavoratori di San Ferdinando e una quarantina di Margherita di Savoia. Non persero il posto di lavoro perché erano tutelati dall’art. 6 del C.C.N.L del settore e, perciò, transitarono nelle società, nel frattempo scelte dai rispettivi sindaci (vedi box). I 22 lavoratori di Trinitapoli transitarono nella società RIS s.r.l., quelli di San Ferdinando nella Teknoservice s.r.l. e quelli di Margherita di Savoia nella società Sangalli s.r.l.. Dopo la dichiarazione di fallimento della SIA tutti i lavoratori ancora in servizio (oltre 200) transitarono nelle ditte operanti nei propri comuni per poi transitare alle dipendenze della ditta che ha vinto la gara definitiva per 9 anni.
Allo stato i lavoratori attendono gli stipendi non percepiti relativi a varie mensilità del 2018 così come la curatela fallimentare attende gli arretrati per il servizio effettuato ma non pagato.
Il comune di Trinitapoli non ha mai estinto i propri debiti nei confronti della SIA provocando un cospicuo contenzioso il cui esito colpirà pesantemente il bilancio comunale. Ad oggi il Comune ha perso tutte le cause per così dire “preliminari” così come è inevitabile che soccomberà nelle successive di merito stante la pretestuosità degli argomenti. Contenzioso promosso esclusivamente per scaricare sulle amministrazioni future debiti per centinaia di migliaia di euro destinati a crescere sia per le condanne alle spese legali che per gli interessi. Un caso di scuola di grave malgoverno della cosa pubblica indirizzato esclusivamente a soddisfare le personali esigenze di potere. In un grande consesso di nove sindaci presieduto dall’avv. Metta, l’ex sindaco di Feo non si trovava a suo agio, meglio un piccolo orto in cui farsi chiamare presidente.
*Ricapitoliamo.
Francesco di Feo in qualità di sindaco ha partecipato al Consorzio SIA dal 2011 al 2018 e quindi era ben consapevole dell’andamento gestionale della società SIA s.r.l.. In tale qualità fu corresponsabile della scelta dell’amministratore unico della società e quando tale figura fu sostituita da un consiglio di amministrazione impose come consigliere prima la comandante della polizia urbana di Trinitapoli, dottoressa Giuliana Veneziano e poi l’avv. Lucrezia Filannino. Quest’ultima restò in carica dal 2016 al 2020. Il consorzio dei sindaci, inoltre, in quanto proprietario della società operatrice SIA s.r.l. esercitava su di essa il controllo analogo continuo e totale come dispone il testo unico sulle società “in house”.
Il sindaco, perciò, più di altri colleghi è stato responsabile dell’andamento della società benché si comportasse da cliente dimenticando di esserne comproprietario per sfuggire alle proprie responsabilità. Il sindaco nulla ha fatto per impedire il disfacimento della società SIA ma osteggiando vigorosamente ogni proposta di salvataggio del Presidente e degli altri sindaci ha contribuito lucidamente all’esito letale e a danneggiare 300 lavoratori e le popolazioni dei comuni consorziati.
È una grossolana bugia che Francesco di Feo abbia salvato il posto di lavoro dei 22 dipendenti SIA di Trinitapoli. È vero, invece, che I lavoratori di Trinitapoli licenziati a causa sua transitarono dalla SIA alla società RIS srl in virtù dell’obbligo contenuto nella contrattazione collettiva e non certo per un intervento del sindaco. Transitarono da una azienda ad intero capitale pubblico ad una azienda privata con le conseguenze che ognuno può immaginare.
Ne ha sofferto anche il bilancio comunale considerato che Il corrispettivo corrisposto alla società (105.000 euro mensili + IVA) apparentemente uguale in concreto era maggiore di quello che il comune pagava alla SIA srl. perché il Comune perse lo sconto riservato ai consorziati per l’uso della loro di scarica.
Di conseguenza il piano concepito dal sindaco e cioè il distacco dalla SIA ha determinato per i cittadini in un breve arco di tempo un aumento abnorme della tassa per il servizio ecologico.
Come già scritto il comportamento dell’ex Sindaco di Feo quale partecipe del Consorzio SIA è stato analizzato a fondo dalla commissione di accesso. Le risultanze di questa indagine, insieme ad altri comportamenti, hanno determinato lo scioglimento del consiglio comunale. La magistratura amministra tiva ha confermato.